Ci sono parole che nella vita non si dimenticano anche se poi nel mentre accadono tante altre cose, magari bellissime, ma certe cose dette non si scordano più.
Ero in ospedale ( un centro riabilitativo) ormai da 5 mesi (qualcuno come Diemme se lo ricorderà). Finalmente l’annuncio dei medici che sarei uscita…sarei stata fuori da un ospedale dopo sei mesi di ricovero (compresa la degenza post operatoria)!
C’erano anche i miei genitori ed io mi voltai verso di loro e vidi la delusione sui loro volti e non gioia, finché mio padre disse: ” ma non può stare ancora un po’?” I medici si precipitarono verso di me come per proteggermi da un colpo o una caduta e mio padre aggiunse:” ora mi cadranno addosso un sacco di problemi”. Io con una calma inaudita per me che ero e sono molto più impaziente e “reattiva” risposi: ” beh grazie!” E come al solito loro non capirono la durezza e la cattiveria insita nell’inconsapevolezza di quelle parole dette spinti dall’ansia e dalla paura. Ma quelle parole non le ho mai più scordate ed il ricordo si rinnova ogni volta che mi trattano con sufficienza e mi fanno sentire un peso.Non mi perdo d’animo perché ritengo di avere la possibilità ed il diritto di essere come tutti né mi sento o mi sono mai sentita diversa dagli altri e tanto meno un peso per nessuno anzi sono questi atteggiamenti che sono un peso per me e per la società tutta che si merita di più che la banalità di avere dei membri considerati inferiori ed un peso quando tali non sono.

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